Che cosa ha detto riguardo al dolore, alla sofferenza e ai difetti congeniti? Come ha risposto a queste domande? C’è un resoconto affascinante di quando i suoi discepoli fecero proprio questa domanda. Leggi l’intera storia prima nella Bibbia nel Vangelo di Giovanni 9:1-41 poi continua a leggere sotto.
“Chi ha peccato costui oi suoi genitori perché nascesse cieco”, si chiedevano i discepoli di Gesù. Nella lezione di dibattito questo è chiamato dilemma. Ha due opzioni, entrambe pessime. Notate prima cosa implica la domanda: la cecità è il risultato del peccato. Questa era una comprensione comune nella loro cultura. È ancora comune oggi. Anche nelle visioni del mondo senza un dio personale, il concetto di karma persiste. Diciamo: “Quello che va in giro torna”. “Ottieni quello che meriti.”
Si noti l’implicazione delle scelte. Se la risposta è A) l’uomo stesso ha peccato ed è di conseguenza cieco, allora com’è possibile? Può davvero un bambino non ancora nato offendere un Dio santo? Un feto può fare del male? Scelta B, i suoi genitori hanno peccato. Anche questo ha dei problemi. Perché quest’uomo dovrebbe soffrire per tutta la vita a causa di qualcosa che ha fatto un genitore? Non mi sembra giusto. (In realtà però molte persone oggi subiscono le conseguenze delle scelte fatte dai loro genitori.)
Gesù sceglie “Nessuno dei precedenti”. È proprio da lui sorprenderci con un nuovo modo di guardare la vita. Non ha detto che il peccato non causa mai sofferenza, certamente sì, per il peccatore e per coloro contro cui peccano. Ma Gesù rispose: “Non è lui che ha peccato o i suoi genitori, ma perché si manifestassero in lui le opere di Dio”.
Ciò che Gesù fece dopo è scioccante, anche per noi oggi. Sputò per terra, fece del fango e lo mise sugli occhi dell’uomo. Senza essere chiesto! Sputo e fango sono cose sporche oggi, in quella cultura era completamente disgustoso. A questo si aggiunga che l’uomo non aveva chiesto di essere guarito, era solo un innocente spettatore. Gesù ha iniziato. Gli occorreva fede per andare a lavarsi? Non lo faresti se qualcuno ti mettesse saliva e fango sugli occhi?
Ebbene, l’uomo è guarito, e questo diventa davvero un grosso problema con i farisei, che erano responsabili dell’interpretazione (e della creazione) delle molte regole religiose e dietetiche degli ebrei. Avevano già grossi dubbi su Gesù, ma il fatto che avesse guarito l’uomo di sabato (un giorno in cui qualsiasi tipo di lavoro era proibito) aveva chiarito loro che Gesù non poteva provenire da Dio. La storia divertente si conclude con questo uomo ignorante che era stato cieco che presenta un argomento logico agli uomini più istruiti della nazione che non erano in grado di confutare. La loro risposta fu: “Ci stai insegnando?”, E lo scomunicarono.
Ci sono molte lezioni interessanti in questo resoconto. Per prima cosa vediamo che Gesù ricevette l’adorazione dal cieco (versetto 38) mediante la quale riconosce la Sua divinità. (Le Scritture sono molto chiare sul fatto che nessuno deve adorare qualcuno o qualcosa se non Dio solo). Gesù indicò uno scopo per la sofferenza che i discepoli non avevano considerato.
Se vuoi un esempio più moderno di come “le opere di Dio” vengono mostrate attraverso la sofferenza di un handicap, considera Fanny Crosby 1820-1915. Ha vissuto con la cecità per 95 anni, ma nel suo caso Dio non l’ha guarita. Invece, ha usato il suo handicap per dare gloria a Dio e ha scritto oltre 8000 inni e canzoni. Alcuni dei più famosi sono “Blessed Assurance” e “To God Be the Glory”.
Se preferisci un esempio vivente, Nick Vujicic dimostra le opere di Dio in una vita senza arti.
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